Avete presente il blasonato best seller dei Pink Floyd “The dark side of the moon“? Certo che ce l’avete presente! Quindi, ricorderete anche qual è il capolavoro all’interno di quel capolavoro? Certo che lo ricordate! E’ quella magniloquente melodia priva di liriche che si trova alla fine della facciata uno: “The great gig in the sky“.
Il pezzo è, come dicevo, privo di liriche…ma non privo di parte vocale. Clare Torry, una corista che ha sempre e solo ricoperto ruoli di questo genere, senza mai desiderio di emergere, accontentandosi di abbellire i dischi di illustri colleghi (oltre ai Pink Floyd anche Elton John, David Bowie e Marc Almond), prestò la sua voce per gli indimenticabili gorgheggi di “Gig”.
Per quella prestazione, i Pink Floyd e la EMI, riconobbero alla cantante la miserabile cifra di 30 Sterline. Clare, dopo la pubblicazione dell’album, una volta che fu evidente che il suo apporto non era secondario, decise di portare in tribunale Pink Floyd, Alan Parson e la EMI, sostenendo di meritare di più. Ebbene, meraviglia delle meraviglie, nelle scorse settimane, trentadue anni dopo la Torry, che sostenne già all’epoca  d’avere impiegato una speciale tecnica vocale per la sua performance, ha vinto: le parti accusate hanno raggiunto con lei un accordo extragiudiziale e la cantante ha ritirato la denuncia. L’entità economica siglata non è stata resa nota. Si pensa che Clare abbia ricevuto una cifra attorno ai duecentomila dollari.
E ancora mi sembra poco se penso che “The dark side of the Moon“, pubblicato nel marzo ’73 e ritenuto quasi all’unanimità il capolavoro del gruppo (anche grazie alla voce di Clare Torry), è uno degli album più venduti d’ogni tempo che rimase nella classifica USA per circa 300 settimane consecutive.