mamasuya_ms2Etichetta: INRI
Tracce: 10 – 72:53
Genere: Funk, Jazz Pop
Voto: 7/10

Incanalati nel filone Spaghetti Jazz da colonna sonora anni ’70, i Mamasuya di Alessandria hanno trovato nel trombettista tedesco Johannes Faber (Consortium, Chaka Khan, Anthony Jackson…) un validissimo ed imprescindibile alleato per conformare le sonorità retrò da poliziottesco italiano ai contorni un po’ sbiaditi dell’ispettore Derrik e del commissario Köster.
Ma. Non fatevi cogliere dallo sconforto: nella musica di Mexican Standoff non c’è spazio per il Low Profile, tutto è eseguito con estrema diligenza, con il rigore di chi conosce molto bene i dettami della musica cinematica e con la conoscenza tecnica indispensabile di chi intenda essere divertente senza scadere nel cattivo gusto.
Mexican Standoff ha sicuramente in mente il cinema (Umberto Lenzi prima ancora che Sergio Leone) ma anche tutta la scuola del Jazz Rock italiano degli anni ’70 (Perigeo, Baricentro, Area, Napoli Centrale eccetera) di cui molti sentono ancora oggi la mancanza.
Se Calibro 35 puntano maggiormente all’effetto evocativo, Mamasuya tentano di fare un passo avanti, lasciando che lo schermo sbiadito di qualche cinema di periferia rimanga acceso solo sullo sfondo, concentrandosi maggiormente sull’esperienza musicale che incrocia il Funk con la Psichedelia abbandonandosi sempre alla libertà espressiva concessa dalle formule del Jazz tradizionale.
La produzione molto raffinata (della band stessa con Andrea Tripodi), dona all’opera una ricercata aura di prestigio e porta Mamasuya a restare in equilibrio tra il mondo del Jazz e quello del Rock con tutti gli svantaggi che, talvolta, questo comporta (difficile classificazione, pregiudizi dei puristi ecc…)
L’invito, ovviamente, è quello di non cadere nei facili pregiudizi e di lasciarsi semplicemente andare a un disco che sa accontentare chiunque sappia riconoscere la buona musica.