Etichetta: Ada
Tracce: 14 – Durata: 53:04
Genere: Pop Rock
Sito: thejesusandmarychain.uk.com/ 
Voto: 7/10

Dopo aver passato una intera carriera ad onorare un esordio discografico importante come Psychocandy, con album sempre dignitosi ma architettati in maniera da prendere le distanze da un colosso tanto ingombrante, The Jesus And Mary Chain chiusero l’attività sul finire degli anni ’90 per ritornare in grande stile nel 2007, dopo averlo più volte annunciato fin dal 2003 quando Just Like Honey, inserita nella colonna sonora di Lost in Translation, finì per riaccendere l’interesse del pubblico su di loro.
tjamc_djRitornati sui palchi più importanti del pianeta a partire da quello del Coachella, ai Reid sono serviti dieci anni di rodaggio prima di convincersi che fosse ora di pubblicare un disco nuovo. Damage And Joy, complice un’attesa discografica che sfiora di poco i vent’anni, è un disco più che dignitoso, dove le ambizioni giovanili dei fratelli scozzesi si sono trasformate in un timbro autografo ed autorevole che oggi acquista un valore aggiunto proprio in virtù della sua natura di “senza tempo”. Le canzoni sono tutte deliziose, tutte vagamente ammiccanti al passato ma sempre con un occhio ben aperto sul presente, tra suoni sottilmente elettronici che si adagiano alla perfezione alla struttura beat-pop vagamente sixties, marchio di fabbrica dei Jesus.
La forza di Damage And Joy è effettivamente tutta espressa in questo trademark che, dopo aver visto e sentito decine e decine di emuli, emerge come un tratto distintivo netto e preciso che si sviluppa su una scala cromatica rinomata (quella tipica dell’avanguardia anni ’60 dei soliti nomi) declinata in modo univoco, personale e innovativo.
Se le quattordici canzoni del pacchetto appaiono di primo acchito un po’ eccessive, con un timing generale che si avvicina all’ora, nel momento in cui si mette a suonare l’album ci si rende conto che i Reid sono in stato di grazia, che non si sente mai puzza di tappabuchi e che, anzi, nessuna delle tracce è in eccesso creando un flusso d’ascolto piacevole e fluido che, pur senza particolari clamori, riaccende la fiamma coi vecchi fan attraverso un linguaggio talmente universale che probabilmente riuscirà ad arruolare anche qualche nuovo adepto.