Etichetta: Lost Generation Records
Tracce: 16 – Durata: 60:06
Genere: Pop Dance, Italo Disco
Sito: Facebook, Instagram, Bandcamp
Voto: 7/10
A differenza dei Venus in Disgrace, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi e coi quali condividono lo stesso team produttivo marchiato Lost Generation, i Milano 84 propongono un progetto filologico votato all’Italo Pop degli anni 80. Fabio Di Ranno e Fabio Fraschini si concentrano su quella musica pop di forte richiamo melodico ma votata al dancefloor più gigione degli anni ottanta.
Dichiaratamente ispirati dalle produzioni d’epoca marchiate ilDiscotto, Discomagic e F1 Team, sconfinano anche nelle derive più commerciali (Viola Valentino, Spagna, Gazebo…) con un garbo molto attuale e uno sfoggio di ottimi featuring per le parti vocali, come da regola e tradizione delle produzioni del tempo (Vanessa Elly, Eleonora Cardellini & Gianluca Divirgilio, Killme Alice, Laura Serra e Eugene).
Monochromatic nasce come EP con sei tracce e ora viene distribuito in versione extra-large pieno di remix e bonus track, tutte votate al sacro fuoco di quel pop italiano da discoteca diventato famoso nel mondo.
Cantato indifferentemente in inglese e in italiano, il disco restituisce in pieno le atmosfere di quegli anni con una deliziosa carica melodrammatica sorretta da arrangiamenti impeccabili ed evocativi che nascondono sempre una formidabile cifra moderna, in grado di affascinare anche il pubblico più giovane.
Le sei canzoni principali girano tutte su una solida base ritmica elettronica, tutte a bpm tra 100 e 150, sguinzagliando intrecci armonici di gran pregio, tra sequencers, drum machine, sintetizzatori e effetti retrò.
I remix inclusi nel pacchetto portano la firma, tra gli altri, di Diego Burroni, Daniel Seven, La Tosa e Vincenzo Salvia che compiono un piccolo miracolo, confrontando le partiture originali con mondi dance di altre epoche e altre inclinazioni, come a dimostrare che certe soluzioni funzionano anche trapiantate nella scuola jungle anni ’90 (Awesome via Daniel Seven), nella techno-pop dei primi 2000 (The Lie di Burroni) o nelle esplosioni munich sound anni ’70 (Milano ’84 reprise).
Del pacchetto fa parte anche una bella cover di Lola dei Chrisma, dal sapore meno danzereccio rispetto al resto delle tracce, che evidenzia il gusto eccellente per la ricerca dei suoni nella sua costruzione debitrice di certe sperimentazioni illustri del panorama kraut rock.
Un lavoro curioso, sicuramente fuori dagli schemi e, proprio per questo, da non sottovalutare.