donadesideraEtichetta: Fenix
Tracce: 10 – Durata: 47:32
Genere: Pop Rock
Sito: cristinadona.it
Voto: 9/10

Cristina Donà è una delle nostre più valide, illuminate e interessanti autrici di canzoni con alle spalle un progetto ultra ventennale fitto di riconoscimenti (anche) internazionali e una discografia di tutto rispetto. Esordisco con questo bignami di biografia perché il suo ultimo disco, deSidera, è talmente ben scritto, prodotto e confezionato che ci si stupisce del fatto che per realizzarlo si sia ricorso a una campagna di crowdfunding per evidente assenza di discografici interessati. Fortunatamente Cristina ha una nutrita fanbase che gli ha consentito di raggiungere (e superare) la cifra richiesta e realizzare quello che è un disco a cui non si potrebbe davvero rinunciare.
Di primo acchito il disco sorprende per una produzione (Saverio Lanza) davvero eccelsa che mantiene i piedi nelle confortevoli aree frequentate da Donà ma si concede aperture modernissime che abbinano gli archi, i fiati e le chitarre a un’elettronica spesso analogica, dal sapore antico e usata in modo davvero originale per amalgamarsi in maniera perfetta alla voce della cantautrice. Subito dopo si comincia ad apprezzare la scrittura in cui Donà mette in scena una vena creativa molto ispirata, scrive tutti i testi e li appoggia su pentagrammi elaborati in collaborazione col fidato Saverio Lanza in cui parla d’amore, ma anche di temi sociali ed ecologici come nel pezzo di apertura (Distratti) che è ambientato in un centro commerciale, non-luogo per antonomasia e, al netto di qualche ingenuità letteraria (Altro che aperitivo, ci siamo bevuti il pianeta), sottolinea l’impatto sul pianeta che hanno i nostri, talvolta ingiustificati, desideri. Per ammissione di Cristina stessa, la parte lirica dei brani segue una specie di filo rosso che riconduce proprio al concetto di desiderio e di stelle. Il titolo dell’album «…deriva dalla composizione della particella privativa “de” con il termine latino sidus, sideris -plurale sidera-, che significa stella. Dunque “desidera”, da cui “desiderio”, significherebbe, letteralmente, “condizione in cui sono assenti le stelle“») ma si tratta di una illuminazione arrivata a posteriori quando i testi erano stati scritti e quella linea comune è si è manifestata autonomamente. Di sicuro troviamo una Donà in stato di grazia che riesce a mettere insieme, con la sua consueta grazia, le parole giuste per illustrare i comportamenti degli esseri umani, con le debolezze e gli eccessi che li rendono interessanti.
La musica gode di altrettanto stato armonico, con sequenze lievi che evocano il rock intimista di Tim Buckley quanto le sperimentazioni oblique di Bon Iver,  pur senza riferimenti esatti a questi due autori che soccombono sotto la personalità di Donà.
Dal precedente Così vicini sono passati sette anni (interrotti dal breve split con Ginevra di Marco di due anni fa) e sebbene pensi che sarebbe giusto avere dischi di Cristina a scadenze meno dilatate, il premio per questa lunga attesa è un lavoro davvero centrato, bellissimo nella sua interezza, incluso il progetto grafico (Federica Fabbri e Cesare Camardo).
Disponibile anche in LP (edizione numerata in 750 copie su vinile blu), leggermente penalizzato sia nella confezione che nel master rispetto al CD.