Artista: Yellow Magic Orchestra
Etichetta: Alfa Music
Anno: 1981
Sebbene le pubblicità nella TV giapponese sfruttassero l’acronimo del titolo per annunciarlo come Beautiful Grotesque Music, la sigla BGM che da il titolo al quarto album della Yellow Magic Orchestra sta per BackGround Music perché nelle intenzioni del trio doveva rappresentare la versione moderna della cosiddetta Lounge Music, ossia la musica di sottofondo, poco ingombrante e adatta a sale d’aspetto e filodiffusione.
Nella realtà, BGM è un album di grande importanza storica, principalmente per il suo processo compositivo ma anche per il suo aspetto tecnologicamente avanzato essendo il primo disco a impiegare l’iconica suite Roland con la batteria TR-808 e il Microcomposer MC-4 che YMO avevano avuto l’onere di portare per primi in concerto già nel 1980. La band l’aveva utilizzata per 1000 Knives, la versione elettronica di un brano che Ryuichi Sakamoto aveva già pubblicato nel 1978 nel suo album solista dallo stesso titolo (Thousand Knives) e che poi registrarono anche per BGM.
Il suono particolarmente innovativo di questa produzione è dovuto a una tecnica di registrazione piuttosto bizzarra: Alfa Music Records, la casa discografica, aveva installato nei suoi studi un registratore digitale 3M a 32 tracce poco prima dell’inizio delle registrazioni dell’album ma siccome Haruomi Hosono trovava che il risultato sonoro fosse eccessivamente nitido, volle prima registrare tutte le sezioni ritmiche (sia il suo basso che la batteria di Yukihiro Takahashi) su un registratore analogico TASCAM 80-8 per poi copiarle sulla consolle 3M, ottenendo un risultato più corposo e compresso.
Altra novità di BGM sono i testi in inglese scritti dal DJ britannico Peter Barakan che qui collabora con YMO per la prima volta. Barakan, che aveva già in precedenza collaborato con Sakamoto per i suoi dischi solisti avrebbe poi continuato a lavorare con loro, dopo che erano arrivati i primi attestati di stima da fuori Giappone.
BMG è un lavoro fondamentale nella storia della musica pop elettronica, un disco con il quale ogni musicista alle prese con la musica elettronica ha dovuto fare i conti; dalle formazioni electro-pop della New Wave inglese fino ai grandi performer del R&B americano a partire da Michael Jackson che assieme al suo produttore Quincy Jones guardava alle produzioni di YMO con molto interesse.
Il trio giapponese, molto attento alle derive internazionali della musica pop, in questo disco inserisce anche un pionieristico tentativo di rap elettronico (Rap Phenomena) che in USA è stato recepito con molta curiosità, dando vita a una scuola del tutto nuova.
Ma BGM è importante soprattutto per il suo ruolo di avanguardia, capace di tenere testa alle produzioni pop basando il lavoro su una profonda ricerca e sperimentazione. L’ultima traccia del disco, Loom, è in questo senso qualcosa di stupefacente, trattandosi della rielaborazione di The Infinite Space Octave di un programmatore di computer di nome Hideki Matsutake, che si presenta come un lento glissando verso l’alto che riproduce il celebre Deep Note della THX.
Ryuichi Sakamoto, solitamente molto prolifico nella composizione di brani per YMO, in quel periodo era molto concentrato sulle sue produzioni soliste (forse anche per una certa divergenza di vedute con Haruomi Hosono) e per questo album portò solamente tre brani di cui, oltre il già citato remake di 1000 Knives e a quello di un’altra sua composizione pubblicata in precedenza (Happyend), solo uno era un nuovo e scritto per l’occasione (Music Plans).
Con BGM e col successivo Technodelic, la Yellow Magic Orchestra riuscì a conquistare buona parte dei mercati discografici internazionali, diventando un punto di riferimento nella produzione e nella diffusione della musica pop elettronica e riuscendo ad allargare la popolarità, grazie anche al coinvolgimento di ognuno di loro (e in particolare di Ryuichi Sakamoto) nelle registrazioni di album di artisti di tutto il mondo.
(Post dedicato a Yukihiro Takahashi – 6 giugno, 1952 – 11 gennaio, 2023)
Yellow Magic Orchestra
BGM
Lato A:
1.-“Ballet” (バレエ)
2.-“Music Plans” (音楽の計画; “Ongaku no keikaku”)
3.-“Rap phenomena” (ラップ現象; “RAP genshou”)
4.-“Happy End” (ハッピー・エンド)
5.-“1000 Knives” (千のナイフ; “Sen no KNIFE”)
Lato B:
1.-“Cue” (キュー)
2.-“U•T” (ユーティー)
3.-“Camouflage” (カムフラージュ)
4.-“Mass” (マス)
5.-“Loom” (来たるべきもの; “Kitaru beki mono”)
Le prime edizioni in CD (uscite tra il 1984 e il 1998) contengono una versione alternativa di Happy End, con differenze udibili nella seconda metà del brano. La versione originale appare su tutti i CD e le versioni successive in vinile dal 1999 in poi
CREDITS:
Yellow Magic Orchestra – Arrangiamenti, Elettronica, Voci, Missaggio:
Haruomi Hosono – Basso, Synth Bass, Tastiere, Efetti e Harmonizer in U•T, Produzione
Ryuichi Sakamoto – Tastiere, Vocoder
Yukihiro Takahashi – Batteria, Batteria elettronica
OSPITI:
Hideki Matsutake – Programmazione
Takeshii Fujii, Don Nagata & Tomoki Miyadera – Equipment Coordination
Peter Barakan – Testi
Tomoko Nunoi (non accreditato) – Narratore in Ballet
STAFF:
Kunihiko Murai & Shōrō Kawazoe – Produttore esecutivo
Mitsuo Koike – Ingegnere del suono
Yoshifumi Īo – Ingegnere del suono
Kazusuke Obi – Coordinatore A&R
Plan-New Werk & Tsukuitoshinao – Creative Services
Masayoshi Sukita – Fotografie