rush_mane_CDEtichetta: Epic
Tracce: 17 – Durata: 52:50
Genere: Pop Rock
Sito: Facebook, Instagram, YouTube
Voto: 7/10

I nostri ambasciatori rock nel Mondo, dopo Sanremo, Eurovision, Grammy, Stones, Iggy , Elvis eccetera pubblicano un attesissimo album che, tenendo conto di tutti i riconoscimenti internazionali, si appresta a diventare il veicolo per la loro definitiva consacrazione.
Non che ne avessero particolarmente bisogno, visti gli attestati di stima finora ricevuti, ma qui la cosa che maggiormente preme ai Måneskin sembra essere la necessità di apparire come una band prima ancora che come prodotto. La prima cosa che salta all’orecchio ascoltando Rush! è proprio una sincera operosità al servizio di un lavoro quanto più possibile onesto. La seconda è l’ingegno del team produttivo impegnato a mantenere l’alto profilo richiesto dal “tiro internazionale”, inevitabile quando sei così smaccatamente sulla bocca di tutti, soprattutto su quella dei critici ostinati nel considerarli un prodotto passeggero o provinciale.
Se nei primi singoli post-X Factor usciva tutta l’ingenuità di chi ricalca stili e stilemi confortevoli, appellandosi al funk gigione dei Red Hot Chili Peppers, in Rush! risulta evidente il percorso di ripulitura che, dopo Eurovision era diventato impellente e inevitabile. E sebbene certe derive un tantino naif siano ancora presenti tra le fila di questo disco (debolissima La Fine e semi-imbarazzante Kool Kids, dissonante nei proclami anticonformisti in un contesto così convenzionale), bisogna riconoscere che il risultato è di quelli che rendono orgogliosi gli italiani che, una volta tanto, riescono a reggere una credibile competizione con star mondiali come Katy Perry o Harry Styles.rush_mane
Con brani principalmente in inglese, l’album comprende anche una manciata di canzoni in italiano dalla doppia funzione di mantenere alto il collegamento con la nutrita fanbase del nostro Paese abbinata a una dichiarazione di orgoglio tricolore -rispettabile e per niente scontato- da sbandierare in giro per il Mondo.
Rush! schiera un elenco di produttori che supera in numero quello delle tracce ed è stato registrato nelle condizioni migliori che il mondo offre oggidì. Davvero non si è lesinato per ottenere un risultato difficile da ignorare, qualsiasi sia la parte in cui si sta.
Tutti i singoli usciti dopo Teatro D’Ira Vol. 1 sono inseriti nell’album (ad eccezione della cover di If I Can Dream) e praticamente tutti gli altri pezzi sono pronti per fare promozioni milionarie in versione technicolor.
In tracklist ce n’è per tutti i gusti: l’obiettivamente riuscita ballad If Not For You e la sua controparte in italiano Il dono della vita, il capriccio pop Read You Diary che sembra la versione rockettara di Womanizer di Britney Spears, Timezone che fa anche peggio ricalcando inequivocabilmente Happier Than Ever di Billie Eilish, e inni da concerto efficaci nonostante -o grazie a- una pomposità un po’ pacchiana perfetta per la fisicità live dei Måneskin (Gasoline col suo basso distorto, Own my Mind dai risvolti glam, Don’t Wanna Sleep con tanto di assolo hard rock e Feel che tra tutte è forse la più debole musicalmente) fino all’ospitata illustre di Tom Morello che, al pari di quella di Iggy Pop dello scorso anno, tenta di avvicinare i Nostri al pubblico un po’ snob e “riccardone” dell’indie rock di marca. E Gossip in questo senso fa davvero il lavoro egregiamente nella sua brillante intenzione hard-patinato che ammicca più ai 90’s che ai 70’s, com’è giusto che sia dato il featuring.
Insomma, inutile girarci intorno, Måneskin hanno messo su un team di lavoratori instancabili che consentono loro di essere trasversali affiancando Coachella e Primavera Sound a Saturday Night Live, Sanremo e Che tempo che fa, disorientando qualche purista ma dimostrando di avere il polso della situazione di una carriera destinata a durare ancora un bel po’.

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