flosEtichetta: Ritmo&Blu Records
Tracce: 11 + 15 – Durata: 47:50 + 44:54
Genere: Sperimentale, AltRock
Sito: Bandcamp 
Voto: 8/10

Fare musica in un paese ricco di spunti e di ispirazioni come l’Italia è certamente un privilegio ma mettendo a suonare Songs/Signs, il bellissimo doppio CD firmato Flos, non ho potuto far altro che guardare a questo come a un limite. In un contesto internazionale, un lavoro così ben concepito avrebbe un riscontro di ampio respiro mentre qui da noi si rivolge a un pubblico di nicchia, sebbene certamente -e per fortuna- preparato a riconoscerne il valore.
Il lavoro del duo (Stefano Castagna e Luca Formentini) è basato sulle Tavole di Flos, strumenti musicali autocostruiti con corde, nastri, microfoni e oggetti assortiti in grado di generare suoni inediti e affascinanti che poi vengono trattati elettronicamente. A questo si aggiunge una buona dose di conoscenza musicale che, nel tentativo di scansare il mero intento sperimentale, fornisce le tessiture principali per partiture tonali di strabiliante bellezza.
Volendo parlare di sperimentazione, possiamo appellarci (solo a puro scopo orientativo) a quella di Tom Waits, di Laurie Anderson o dei Lounge Lizards (qui evocati dalla presenza di Steve Piccolo alla voce su Put it Away) perché non c’è mai autocompiacimento fine a se stesso ma una ricerca sul suono che sfocia sempre nella necessità di rendere il pentagramma scorrevole e l’ascolto piacevole. Difatti in questo giro, alle loro “Tavole” Flos aggiungono una quantità impressionante di altri elementi tra cui un vecchio organo Philicorda, chitarre elettriche ed acustiche, basso, pianoforte e batteria talvolta affidati a un gruppetto di collaboratori venuti a dare manforte come Markus Stockhausen (bellissimo solo di flicorno su Take Three), Laurie Amat (voce su Sexual Terrorist e La fine dei giorni), Gian Pietro Chiesa che ha scritto e interpretato il testo di Mi sono, Mimmo Impiombato, Stefano Moretti e Francesco Saviola (batterie) Claude Voit (chitarra), Agustina Mosca (didgeridoo) oltre al già citato Steve Piccolo.
Nel secondo dei due dischi del pacchetto, Flos si lasciano maggiormente andare all’improvvisazione cercando di cogliere la magia dell’istante, concentrando il lavoro sulle sonorità bislacche delle loro creazioni. Anche qui, però, il lavoro svolto in fase di confezione e post produzione, offre un ascolto immersivo di ampio respiro che evoca spazi sterminati e introspezioni suggestive che volendo possiamo attribuire alla scuola della ambient music.
In definitiva si tratta di un disco superbamente prodotto che cerca una nuova strada per la musica moderna, senza la spasmodica ricerca di approvazione e senza appigli alle regole del mercato che, forse, è proprio quello che fino ad ora mancava alla musica italiana.
L’album esce ufficialmente il prossimo 24 marzo. Preorder già attivo su Bandcamp