Sabato mattina alla TV davano il film di Lucio Fulci “Urlatori alla Sbarra”.
Tra le canzoni che lo compongono alcune chicche d’epoca davvero impedibili tra cui l’immensa I Soldati Delicati di Gianni Meccia (B-Side del suo esordio a 7″, Jasmine).
Ebbene, stamattina l’ho cercato su You Tube e… ovviamente l’ho trovato e ve lo mostro volentieri!
(nei paraggi si vedono anche Mina e Celentano che fanno i cori, Chet Baker e la sua cornetta sotto il divano e Joe Sentieri in attività da rimorchio).
In un’epoca molto più rigida in fatto di censura, questa metafora da far impallidire i Village People, lascia senza parole. 

C’è un paese assai lontano
Dove spesso fan la guerra in un modo molto strano
Non adoperan cannoni, mitragliere o bombe a man,
Piani tattici e aggressioni queste cose non le san

Son soldati delicati non si vogliono far mal

Sol di fiori sono armati e si muovono a caval
Tutti lindi e pettinati con divise di cretòn
Van tenendosi per mano canticchiando una canzon
Sono un po’ pazzerelloni
Fanno danze fanno inchin
Se i nemici son vicini
Li ammoniscon con la man

Son soldati delicati non si vogliono far mal
Son cortesi
Son graziosi
È un esercito cordial

Son soldati delicati non si vogliono far mal

Con ombrelli colorati si riparano dal sol
Al nemico poi le spalle spesso voltano perché
Vanno a caccia di farfalle o si ferman per il tè
Che grazioso cicaleccio quando fanno le merende
Quando intrecciano ghirlande sopra i prati della val

Son soldati delicati non si vogliono far mal
Son gentili
Profumati
Son soldati delicati