squire_gallagher_CDEtichetta: Warner
Tracce: 10 – Durata: 39:46
Genere: Rock
Sito: gallaghersquire.com
Voto: 7/10

Se dovessimo riassumere il concetto di BritPop elencando solo pochi nomi, probabilmente saremmo costretti a partire da The Stone Roses per arrivare agli Oasis. E se di queste due band si ricordano più spesso vicende di gossip prima che quelle musicali, è fuori discussione che siano state quelle più importanti per l’identità del pop chitarristico inglese. E se la chitarra di John Squire è talmente peculiare da essere riconosciuta all’istante, la timbrica vocale di Liam Gallagher è forse quella che meglio rappresenta quell’universo musicale. Cosa aspettarsi, dunque, se due figure così distintive decidono di registrare qualche canzone assieme? Certamente, se vi aspettate qualcosa di sperimentale o con chissà quali trovate innovative, rimarrete delusi perché Squire e Gallagher fanno l’unica cosa possibile mettendo in scena niente più che loro stessi, nella maniera forse più prevedibile ma certamente più convincente possibile.
Dieci brani che mettono in primo piano le capacità espressive di entrambi, piluccando dalla loro storia, comprese tutte le influenze che quella storia hanno generato (i soliti Beatles, Kinks, Who, Stones…) con anche una guizzante planata nel  blues superclassico (I’m a Wheel), pura farina del sacco di Squire in piena influenza da Keith Richards, fino all’universo lisergico di Jimi Hendrix inequivocabilmente evocato in Love You Forever.
Just Another Rainbow è probabilmente il brano che più di tutti fa riferimento agli Stone Roses, con quel riff magnificamente insistito, che conduce in paradisi artificiali anni ’90 e sul quale a tratti ci sembra di sentire Liam fare il verso a Ian Brown. You’re Not The Only One, sfiora panorami glam rock, tra il primo Bowie e Gary Glitter, con un ottuso riff doppiato dal pianoforte che incalza sugli staccato degli intermezzi strumentali.
Insomma, John Squire (autore anche della bellissima copertina) e Liam Gallagher hanno deliberatamente messo in scena loro stessi, magari rasentando il macchiettismo ma con la sincera consapevolezza di non essere in aria da capolavoro e consci di essere al lavoro su un terreno che in molti hanno calpestato ma sul quale le loro orme sono rimaste indelebili e inimitabili.