pfm_storia2Artista: PFM (Premiata Forneria Marconi)
Etichetta: Numero Uno
Anno: 1972

Nell’arco del passaggio tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, anche in Italia i giovani cominciarono a sentire l’esigenza di trovare nuove vie espressive. In musica, per esempio, quello che da noi si chiamava beat sopravviveva per inerzia. Il pubblico e la TV continuavano a chiamarlo in quel modo anche se molti giovani musicisti si erano accorti che all’estero stava succedendo una piccola rivoluzione. Il mondo del rock stava cambiando e cercava ispirazioni da altri universi musicali, dal jazz alla musica colta e, proprio nel 1970, i New Trolls avevano sperimentato la collaborazione con un’orchestra per produrre il celebre Concerto Grosso. Visto l’enorme successo commerciale di quel disco, le industrie discografiche cominciarono a guardare con un certo interesse a queste nuove forme musicali, incoraggiando quella che oggi viene riconosciuta come la gloriosa scena del rock progressivo italiano. Un termine che a quel tempo era pronunciato solo da qualche addetto ai lavori mentre il pubblico la chiamava musica pop in una una definizione che, contrariamente al significato attuale, connotava tutto ciò che si elevava dalla cosiddetta musica leggera. Nel mondo di quest’ultima, in particolare nelle sale di registrazione, gravitava un gruppo di giovani musicisti talentuosi che, oltre ad avere una attività come band col nome i Quelli, erano richiestissimi come session-man per i dischi di Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Mina e molti altri.
Anche i componenti dei Quelli avevano cominciato a interessarsi alla musica progressive e viste le loro capacità tecniche, stavano sperimentando una scrittura che spostasse gli orizzonti musicali dallo schema tipico della canzonetta verso quelli più complessi delle suite in più movimenti, tipici delle sinfonie e delle opere. Per non confondere il pubblico e marcare il netto cambio di direzione, i Quelli decisero di cambiare nome in Krel approcciandosi alle nuove sonorità, al servizio di un paio di 45giri. Anche senza ottenere un grande riscontro di pubblico, i Krel avevano la libertà di sperimentare e, in questo senso, fu fondamentale l’incontro che il complesso fece con il giovane Mauro Pagani, convocato assieme a loro per le registrazioni dell’album La Buona Novella di Fabrizio De Andrè. Pagani, che proveniva dalla formazione dei Dalton, trovò una grande sintonia coi Krel coi quali iniziò a confrontarsi sulla passione per band come King Crimson, Genesis e Jethro Tull fino alla decisione di contribuire concretamente alla nascita di una nuova formazione.
Infatti, sebbene continuassero le loro attività di session man, con Franz Di Cioccio che divenne anche batterista ufficiale dell’Equipe 84 nel periodo di allontanamento di Alfio Cantarella, il progetto Premiata Forneria Marconi era ufficialmente partito. La Dischi Ricordi, però, anche a causa degli scarsi risultati ottenuti dai 45 giri dei Krel, sembrava non vedere di buon occhio questa virata che invece era piaciuta a Lucio Battisti e Mogol tanto da accoglierli nel roster della loro nuova etichetta discografica, Numero Uno.
Nel 1971, la nuova formazione, che includeva Mauro Pagani (flauto e violino), Franz Di Cioccio (batteria), Franco Mussida (Chitarre), Flavio Premoli (tastiere) e Giorgio Piazza (basso), ebbe modo di esordire su disco pubblicando prima il 45 giri Impressioni di Settembre/La carrozza di Hans e dopo, all’inizio del 1972, l’album Storia di un minuto che includeva entrambe le canzoni, sia pure in versioni completamente diverse, più dilatate e adattate alla dimensione del concept album. Impressioni di Settembre è l’unica canzone dell’album che vede tra gli autori anche Mogol, a cui era stato chiesto di scrivere un testo che rendesse più “commerciabile” il brano, pensandolo per il 45giri.

pfm_me2Storia di un minuto, a differenza del singolo d’esordio, venne inciso in presa diretta agli studi Fonorama di Carlo Alberto Rossi con l’apporto tecnico di Gaetano Ria e la (co)produzione di Claudio Fabi. La band pretese questo metodo per non svilire l’impatto e l’energia sperimentati nelle prime esibizioni dal vivo.
Tra le grandi innovazioni sonore di quegli anni, uno strumento come il Minimoog (il “piccolo” modulo portatile dell’azienda di Asheville) sembrava perfetto per connotare in specifico le sonorità del gruppo così, visto che lo studio Fontana non lo possedeva e la band non poteva premettersi (ancora) di acquistarlo, venne noleggiato l’unico esemplare in possesso dall’importatore italiano (la “ditta monzino” ringraziata nei credits).
Il disco ebbe un riscontro formidabile, la Premiata Forneria Marconi aveva inconsapevolmente posto il primo mattone per il nuovo corso della musica italiana e, grazie a loro e a Storia di un minuto, molte band ebbero l’opportunità di incidere dischi col supporto delle case discografiche.
Nell’album, attorno alle due canzoni del singolo, vennero inserite altre tre composizioni (È Festa, Dove… Quando… e Grazie Davvero) più una breve Introduzione, tutte suonate senza soluzione di continuità, a simboleggiare l’unicità dell’opera suddivisa in “movimenti” e non in “canzoni”.
pfm_storia_dentro2La copertina, apribile e illustrata da Caesar Monti, Wanda Spinello e Marco Damiani, conteneva un unico lungo testo, nel quale si potevano identificare quelli utilizzati nei singoli brani (clicca sull’immagine a sinistra per ingrandire) .
Il titolo dell’album e il nome del gruppo apparivano solo nella parte interna, mentre esternamente compariva solo la sigla PFM, negli anni diventata una specie di marchio ufficiale utilizzato sempre più spesso in alternativa al nome per esteso.
pfmSdM_fullsIl suono generale del disco era in perfetta linea con le produzioni del prog britannico e la PFM riuscì a ottenere ottime recensioni anche sulla stampa straniera. Un caso quasi unico e senz’altro rarissimo nella nostra discografia il cui merito è in buona parte di Greg Lake (bassista di King Crimson e Emerson Lake & Palmer) che, impressionato dalla qualità artistica e scenica dei milanesi, li ha introdotti nel mercato inglese attraverso la Manticore (etichetta creata dallo stesso Lake assieme a Keith Emerson e Carl Palmer) offrendo loro un contratto per incidere dei dischi in lingua inglese, coinvolgendo il paroliere Pete Sienfield.
PFM, con Storia di un minuto, inaugurò un periodo di grandi successi che portarono anche a un grande esaurimento comportando svariate dipartite e cambi di formazione. Ma, nonostante tutto, le cinque canzoni di quel disco d’esordio, rimangono fisse e inattaccabili anche nelle scalette di oggi quando, dei musicisti che lo registrarono, è rimasto in formazione solo Franz Di Cioccio.