PSB_nonetheless_CDEtichetta: Parlophone
Tracce: 10 – Durata: 43:52
Genere: Pop, EDM
Sito: petshopboys.co.uk
Voto: 7/10

Pet Shop Boys quest’anno festeggiano il 40° anniversario del loro esordio discografico (West End Girls, 1984). Anagraficamente e più personalmente, nel corso di quest’anno festeggeranno compleanni da boomer titolati: 70 anni Neil Tennant e 65 Chris Lowe. Ho aperto con questi dati perché generalmente, per uscite discografiche ascrivibili a un cosiddetto classic-act, si tende ad abbassare l’aspettativa, per giunta persuasi che sia in qualche modo lecito.
Nonetheless può essere visto da due angolazioni diverse di cui una è sicuramente quella di una coerenza stilistica che ha saputo coltivare i tempi per mantenere il pubblico fidelizzato e  conquistare anche quello di volta in volta più giovane e l’altro è l’inequivocabile vena creativa che il duo londinese dimostra di non aver esaurito presentando una decina di pezzi all’altezza dei loro classici maggiori.
Il ritorno in casa Parlophone, dopo i recenti episodi “autoprodotti” col marchio X2, si affianca all’ingaggio di un produttore come James Ford che di questi tempi rappresenta ll nome di grido della discografia “senior” più prestigiosa (Blur/Gorillaz, Arctic Monkeys/The Last Shadow Puppets, Depeche Mode, Beth Gibbons…) per un album tutt’altro che di rappresentanza e caratterizzato da un suono molto elegante che finisce per valorizzare i dieci pezzi in scaletta anche nei rari casi in cui il livello sembra un tantino affievolirsi (A New Bohemia).
Al netto di alcune electro-ballad messe in tracklist per spezzare il ritmo (di cui la conclusiva Love is The Law è davvero notevole), i brani maggiormente convincenti sono quelli in cui l’accoppiata cassa-rullante si spinge nei territori dance, col marchio di fabbrica malinconico ed emozionante tipico del duo. Bullet For Narcissus è un instant classic degno dei New Order più ispirati, le cromatiche nel giro di basso di Feel danno una connotazione un po’ kitsch senza mandare il pezzo fuori dai ranghi del buon gusto mentre Dancing Star è forse il brano che più di tutti si ricollega al repertorio PSB degli anni ’80.
Come di consueto, i testi non si accontentano di essere perfetti per le linee melodiche delle canzoni e mettono in fila versi significativi e degni di nota, dall’inevitabile timore  dei problemi dell’età (The Schlager Hit Parade) al senso di sollievo, gustosamente intriso di nostalgia, per l’impaccio e la sfiducia della gioventù e che molti di noi sapranno riconoscere all’istante (New London Boy).
Tra miriadi di emozioni intime e personali, non mancano ovviamente anche alcune riflessioni di carattere sociale, tra critiche civili e considerazioni inclusive, che fanno di Nonetheless il disco di ottimo livello che forse non ti aspetti.
Per chiudere segnalo una versione DeLuxe, confezionata con l’aggiunta di quattro aggiornamenti di altrettanti classici della loro discografia (Being Boring, Heart, It’s a Sin e la cover di Always On My Mind), che sembra nata per dare ai Pet Shop Boys l’accesso che meritano al club degli artisti più influenti della musica popolare.