VACCINES_pick_CDEtichetta: Super Easy / Thirty Tigers
Tracce: 10 – Durata: 31:34
Genere: Pop Rock
Sito: thevaccines.com
Voto: 7/10

Anche se Justin Young ha spostato il quartier generale dei Vaccines da Londra a Los Angeles, il suono della band continua ad essere prepotentemente british. E nemmeno l’immagine highway-style della copertina aggiunta alla citazione di American Pie del titolo riescono a distoglierci dal marchio albionico che il  disco sventaglia in modo rimarcato anzichenò. Pieno di riff accattivanti, ritornelli frizzanti e delle chitarre saltellanti di Young (che, per la prima volta non godono del supporto di quelle del transfuga Freddie Cowan), Pick-Up Full of Pink Carnations è un campionario di pop elettrico divertente e disimpegnato che ha forse l’unico limite nella sua ristretta cromaticità. Il brano di apertura, Sometimes I Swear, è una piccola bomba atomica che prende per le orecchie fin dai primi secondi e che, mentre il resto dell’album scorre, appare come lo schema usato per confezionare una decina di brani piacioni, perfetti per alzare il volume e lasciarsi andare.
Se in passato le più aspre critiche ai Vaccines arrivavano a causa dell’approccio smaccatamente derivativo della loro musica, col senno di poi va riconosciuto loro di aver trovato gli elementi per distinguersi, applicando questo metodo in modo decisamente personale. Sicché, senza particolari guizzi creativi, il loro nuovo album riesce a scorrere con estrema facilità, affrontando ambientazioni familiari e, proprio per questo, sempre gradevoli. Anonymous in Los Feliz e Primitive Man spaziano in ambienti da  new-wave d’antan, con basso martellante e cassa in quattro, mentre Lunar Eclipse e Love The Walk Away si avvicinano a derive pop-punk che incrociano le coordinate tanto di The Strokes quanto dei Green Day in modo talmente persuasivo da apparire disarmante.
Così come le loro sequenze melodiche, anche i testi sono per lo più disimpegnati, sia pure con alcune citazioni più ricercate (Discount De Kooning) che si adattano alla perfezione alle intenzioni generali dell’album.
Insomma, un disco piacevole che forse non lascerà un segno indelebile nella storia della musica pop ma che se lo si mette a suonare, restituisce una mezz’ora di garantita soddisfazione.