brondiCDEtichetta: Carosello
Tracce: 10 – Durata: 34:12
Genere: Pop, Cantautori
Sito: vascobrondi.it
Voto: 8/10

Un segno di vita sembra proprio essere il disco che consegna Vasco Brondi alla maturità. Sì, lo so, suona strano se pensiamo a Brondi che pubblicava dischi di estrema maturità già quando era ragazzino ma, in questo suo secondo titolo autografo, appaiono le fondamenta di una scrittura mai come ora superbamente adulta, collegata al pentagramma in maniera esemplare con l’autore fieramente in grado di mettere insieme le due componenti della canzone in maniera consapevole e popolare, nel senso migliore del termine.
Il numero di apertura, Illumina tutto, è un classico istantaneo scritto da Brondi assieme a Pacifico ma siglato anche da Federico Nardelli che ha prodotto buona parte dell’album e che qui ha fatto un lavoro talmente straordinario da meritare di ricevere una parte delle royalty. Orchestrazione da grandi occasioni e un ritornello da cantare a squarciagola che messi lì, nella prima traccia, esprimono solo parzialmente la linea generale dell’album che riesce a svilupparsi in maniera policromatica, spaziando tra un pop rock di stampo classico e una canzone d’autore di  alta categoria.
Collaborazioni perfette che riescono a mettere ben a fuoco un lavoro vagamente d’altri tempi. Federico Dragogna dei Ministri scrive con Brondi sei brani su dieci e si dimostra la spalla perfetta per supportare la vigorosa liricità del principale.
Incendio, con la firma aggiuntiva di un genietto come Angelo Trabace, è un’altra di quelle canzoni destinate ad arrivare lontano, un gioiellino pop di grande classe, bellissima almeno quanto Fuoco dentro per la quale arriva la voce di Nada a superare brillantemente la prova di un duetto azzeccato.
Nell’immagine di copertina, Vasco Brondi appare sfocato e inafferrabile. L’esatto opposto di ciò che di lui traspare dalle canzoni di questa peculiare esposizione del suo carattere. Talmente riuscita da rendere personalissima perfino una cover pedissequa di quel pezzone che è La stagione buona (Non voglio che Clara) che ci dona, proprio alla fine del disco quel “coraggio di sorridere di un sogno, se non si può esaudire”