PW_66_CDEtichetta: Solid Bond Productions
Tracce: 12 – Durata: 41:56
Genere: Pop Rock
Sito: paulweller.com 
Voto: 7/10

La splendida coerenza di Paul Weller è probabilmente la caratteristica che lo ha fatto rimanere in piedi fino ad oggi, a dispetto dei cambi di direzione e di gusto del pubblico.
L’uomo cangiante, come lo definiva una bella biografia scritta da Antonio Bacciocchi, dimostra sempre più spesso che a cambiare è più il mondo fuori che la sua attitudine musicale. Se è vero che si è spesso concesso divagazioni nell’ambito della sperimentazione, decisamente a colpire al cuore sono le manifestazioni maggiormente legate alla sua comfort zone, fatta di soul, R&B, beat, jazz e easy listening.
66, che prende il nome dall’età dell’autore, si presenta come una sfavillante collezione di bellissime canzoni pop à la Paul Weller, nella migliore delle accezioni possibili, con omaggi (inconsapevoli o meno che siano) a Traffic (Ship Of Fools, Sleepy Hollow), Burt Bacharach (Nothing), Paul McCartney (I Woke Up) fino a Pink Floyd (Burn Out) e ABBA (Flying Fish). 
La cosa bella è che in tutto questo rimane inossidabile il marchio di fabbrica di Paul Weller, anche quando si concede il lusso di condividere la scrittura o l’esecuzione con allievi come Noel Gallagher (nell’infuocato brass anthem Jumble Queen), Bobby Gillespie (Soul Wandering) e Graham “Suggs” McPherson dei Madness (Ship Of Fools, Nothing) e il francese Christophe Vaillant (A Glimpse of You e My Best Friend’s Coat vagamente in aria di Scott Walker) e molti altri come Miles Copeland (fratello di Stewart), Dr.Robert dei Blow Monkeys, Erland Cooper, Hannah Peel e Richard Hawley (Pulp).
Insomma, 66 suona alla grande. Forse non farà nuovi adepti tra il pubblico più giovane ma sicuramente manderà in sollucchero quello un po’ più attempato. Un classicissimo album di Paul Weller pieno di cose in stile Paul Weller che manda un po’ alla memoria l’epoca di Heavy Soul (qui evocato dalla presenza di Charles Rees in regia) e Stanley Road, con la bella copertina firmata, come in quel caso, da Peter Blake diventando imprescindibile per chiunque ami -o abbia amato- la straordinaria vena creativa di questo importantissimo autore britannico.