shellac_TATEtichetta: Touch And Go
Tracce: 10 – Durata: 28:13
Genere: Rock
Sito: touchandgorecords.com/Shellac 
Voto: 7/10

Certamente è doloroso ascoltare To All Trains, registrato per celebrare una festa per il ritorno discografico degli Shellac a quattordici anni da Dude Incredible e uscito invece a suggellare inaspettatamente il saluto a Steve Albini, membro fondatore e figura fondamentale dell’indie rock americano mancato nove giorni prima dell’uscita dell’album.
Sebbene le session di registrazione, come da costume/manifesto di Albini, siano state effettuate in circa otto giorni, la gestazione è stata lunga e frammentata. Sono stati i quattro weekend in cui Bob, Steve e Todd erano liberi da altri impegni tra il 2017 e il 2022. 
Questo dato, da solo, la dice lunga sulla natura di un disco che, com’era logico aspettarsi, non nasce per sperimentare nuove vie quanto piuttosto per confermare e consolidare una linea artistica e un metodo compositivo diventato un vero e proprio classico della musica rock (principalmente) americana. Un disco che, a dispetto dell’arco di tempo impiegato per completarlo, sembra frutto di un’unica sessione, dritta e cruda, come piace tanto al gruppo quanto al suo pubblico.
Tutto scorre in maniera affabile e confortevole: Shellac ci danno quello che si richiede a Shellac, probabilmente pensando di poter arricchire le scalette dei prossimi concerti -che la band aveva in programma- con una manciata di nuovi numeri, perfetti per incendiare la pit a fianco dei loro classici.
Liriche dai temi sempre gustosamente punk, si adagiano su riff grossi e inflessibili, arpeggi tantrici e ritmica quadrata, divagazioni post-rock (Wednesday e Scrappers a metà scaletta) mostrano l’aspetto più scuro del disco, con qualche attinenza con lo stoner di Josh Homme, lasciando il resto nelle sapienti mani di uno dei power trio più convincenti della scena post-hardcore. 
Insomma, anche se avremmo preferito non doverlo accogliere come un epitaffio, To All Trains arriva a lasciarci un bellissimo ricordo di Steve Albini, delle sue idiosincrasie, delle sue talvolta bislacche ideologie oltre che della sua coerenza professionale, portata a testa alta in ogni momento e… fino alla fine.