Etichetta: Interscope
Voto: 4/10

Riuscite ad immaginare un abbinamento più inquietante di quello che unisce un urlatore glorioso dell’epoca grunge con un blasonatissimo producer tamarro della scena black/R&B?
Vi vengo incontro: l’urlatore è Chris Cornell dei Soundgarden (o Audioslave, se siete giovani), il producer è Timbaland.
Il risultato? Inquietante.
Il fatto, poi, che l’album si intitoli Scream, lasciando intendere -ingannandoci- che ad avere la meglio sarà l’urlatore piuttosto che il producer, non fa che aumentare l’inquietudine. […]
Mi chiedo l’intenzione di questo disco. Non capisco. Mi domando dove si voglia arrivare dal momento che lo zoccolo duro che sosteneva i Soundgarden quindici anni fa (ma anche gli irriducibili rocker che forse non si aspettavano un’atmosfera alla Audioslave ma che ambivano a respirare almeno l’aria di Euphoria Morning) non perdonano facilmente certe digressioni easy-listening e non saranno molto teneri con un disco così, così come non lo erano stati con il precedente Carry On.
Allo stesso modo credo che ci sarà molto da lavorare per far arrivare Chris Cornell al pubblico dell’R&B: è vecchio, bianco e nella copertina dell’album brandisce una chitarra elettrica (sia pure nel significativo gesto di distruggerla, come simbolico taglio col passato). Non può funzionare.
Io solitamente accolgo con entusiasmo i cambi di rotta e gli azzardi e dopo aver sentito il primo singolo di Scream (Part Of Me che, tra tutti, è il pezzo meno imbarazzante) ero davvero molto incuriosito dall’album.
Pensavo che una ventata di novità elettronica giovasse alla ruvida vocalità di Cornell e che il cantante sarebbe riuscito a metterci di fronte al suo nuovo aspetto con un lavoro coraggioso e deflagrante.
E invece no. Chris si limita a licenziare un disco d’intenti pop che finisce per non avere arte né parte. Siamo al cospetto di un lavoro davvero sgualcito, maldestramente scritto e tenuto assieme dalla ridondanza produttiva di Timbo che sembra essere l’unico a divertirsi in mezzo a questo pasticcio.
Le atmosfere abbinano con raccapricciante gusto gli ultimi Duran Duran con i Led Zeppelin di Kashmir (Take me Alive) ma anche i Take That della rinascita (Never Far Away) assieme ai vari protégé di casa Timbaland come Timberlake, Furtado e compagnia.

Scaricatevelo e fatevi due risate. Amare.