Mark Hollis è un personaggio davvero incredibile. Nonostante sia praticamente sparito dalla scena musicale da quasi 15 anni, gode ancora oggi di attestati di stima da parte di pubblico, critica e colleghi. Il merito di ciò è da cercare nella scelta fatta negli anni 80 quando dopo che i Talk Talk (nonostante gli enormi consensi ottenuti da singoli milionari tipo It’s My Life, Such a Shame e Life’s What You Make it) scelsero di abbandore il synth-pop per approdare a sonorità più sperimentali riconosciute da molti come la genesi del Post Rock. Nel 1988 pubblicarono un disco (Spirit of Eden) che divenne una sorta di spartiacque tra due epoche della musica inglese. Poco tempo dopo l’uscita del loro ultimo disco (Laughing Stock del 1991) i Talk Talk si sciolsero ufficialmente. Da molto tempo avevano smesso di fare tour, video promozionali e di rilasciare interviste.
Mark Hollis nel 1998 pubblicò un disco solista e per qualche anno si concesse come ospite per brevi apparizioni su una manciata di album di alcuni colleghi… e poi più nulla. Negli ultimi 10 anni è sparito dalla scena musicale.
Deve essere questo il motivo per cui viene dato un risalto quasi eccessivo alla prima composizione inedita in arrivo dalla sua penna a 14 anni dal suo unico album solista.
Si tratta di un brano scritto per la serie televisiva Boss che va in onda il venerdì sera su Starz.
Boss è un serial che racconta le vicende di uno spietato sindaco di Chicago (interpretato da Kelsey Grammer).
L’episodio con il brano ARB Section 1, questo il titolo dell’inedito di Hollis, andrà in onda il 21 Settembre e sarà la musica che accompagnerà i titoli di coda.
La caratteristica di Boss, infatti, è quella di avere per ogni episodio una signa finale scritta appositamente da musicisti di grande prestigio. Oltre ad Hollis, sono stati conivolti anche (tra gli altri) gli Air, Daniel Lopatin (Oneohtrix Point Never), Tim Rutili (Red Red Meat, Califone) e Jim James (My Morning Jacket).
Qui sotto, nel frattempo, riscoltiamo Hollis dal suo disco del 98.
[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=EkSE8wahoJ0%5D
fardrock.wordpress.com 
D’altronde non sono mica tanti quelli che hanno scelto consapevolmente di passare dal successo milionario del pop da classifica a una musica “di nicchia”.
Chissà quante volte ne abbiamo già parlato nei nostri blog: di solito si citano come esempi, insieme a Mark Hollis, Scott Walker, David Sylvian e i Beatles.
Che, non dimentichiamolo, sono pur sempre stati la prima boy-band della storia.
Altri, non me ne vengono in mente.
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in effetti, solitamente succede il contrario, dalla nicchia si fa un salto verso il pop più remunerativo dal quale poi è difficile rientrare. I Beatles hanno fatto ANCHE quel salto, in chiusura di carriera. In italia penso a gente come Camerini, Sorrenti e la PFM… Per il resto di gente che ha abbandonato i lustrini per dedicarsi a cose più sperimentali, mi vengono in mente solo i nomi che hai fatto anche tu… Ma ce ne saranno altri di sicuro. Ci penso su.
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Ora io lo so che la sparo grossa ma prendendo uno a caso, facciamo tipo Bowie, uno che poteva ripetere sè stesso su terreni molto NME oriented all’infinito.e dopo aver virato su territori “soul” comunque commerciali, ebbe l’ardire di fare la famosa trilogia. Opera meritoria ma che dal punto di vista commerciale pareva aprire baratri (pensiamo a Low coi suoi strumentali, o a Neukoln, Sens of doubt, ecc.).
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Non l’hai sparata grossa, diamond, il paragone con Bowie regge… anche se per lui c’è stato poi un ritorno di poppaggine nei primi anni alla EMI (pensa al duetto coi queen, a Let’s Dance e a Tonight…). Come i Beatles…solo che lui non è una band e non si poteva sciogliere. Ora, però, sembra essersi estinto. Bravo
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E a breve uscirà un disco tributo ai talk talk con tra gli altri joan as policewoman e my brightest diamond.
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Sarebbe tanto bello se facesse un disco nuovo…
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Sarebbe troppo bello, mi accontenterei di un nuovo disco solista di Mark Hollis
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Anche io non smetto di sperare in un nuovo disco di Hollis. Ma penso sarà difficile purtroppo….
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Per altro il suo disco solista è clamoroso, uno dei miei 20 dischi fondamentali in assoluto. Epocale.
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Bedlo…proprio in questo periodo ho avuto modo di farlo sentire ad amici (che non lo conoscevano) sostenendo il suo VALORE ASSOLUTO…sono assolutamente d’accordo con te: un disco FONDAMENTALE
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…Imprescindibile, come Rock Bottom di Robert Wyatt…
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strane certe amnesie… per un italiano dovrebbe essere facile aggiungere all’elenco un certo Battisti… o forse ci si è dimenticati di ascoltare le sue pubblicazioni dall’82 in poi?!
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Stangetz di cosa parli? Sbagliato post? Non capisco, QUI non ci si dimentica mai di quel certo Battisti. Soprattutto quello con Panella. Prova a fare una ricerca…
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Mark Hollis e’ speciale.
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Invece stangetz ha perfettamente centrato l’obbiettivo, Battisti in Italia è sicuramente l’esempio più clamoroso di un cantante di successo che cambia e approda in una musica di nicchia che mai più le regalerà le soddisfazioni avute in precedenza! Gli intenditore certe volte hanno infortuni clamorosi….meglio essere dilettanti come me.
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