qpga_albumArtista: Claudio Baglioni
Etichetta: RCA Italiana
Anno: 1972

Proprio in questi giorni, dal 27 agosto fino al 30 settembre di cinquant’anni fa, presso lo studio C della RCA di Roma, si stava registrando uno dei dischi simbolo della canzone leggera del nostro Paese. Come dimostra l’immenso spiegamento di forze produttive, Questo piccolo grande amore nacque già nelle intenzioni come un classico che, nell’intento della RCA, serviva per offrire l’ultima opportunità al giovane Claudio Baglioni di realizzare un disco di successo e ad alto budget, dopo che i primi due album erano stati accolti in maniera tiepida, al limite del disinteresse.
Ispirato dalla tendenza ricorrente del concept-album, ereditata dalla musica progressive inglese, Baglioni assieme al suo sodale del tempo Antonio Coggio, confezionò una vera e propria opera pop-rock le cui canzoni in fila, praticamente editate senza soluzione di continuità, raccontavano la vicenda un po’ naif di una giovane coppia che s’incontra, si innamora e si lascia, con l’imprevedibile assenza del lieto fine.
Come dicevamo, l’impegno della RCA fu immenso e vennero coscritti nomi illustri per ogni ruolo: al banco di regia un luminare della RCA come Franco Finetti, agli arangiamenti e conduzione dell’orchestra Tony Mimms (un musicista scozzese arrivato in Italia al tempo del beat e diventato uno dei maggiori qpga_dentrosarrangiatori della nostra canzone), l’iconica copertina fu affidata a Pompeo De Angelis (poliedrico regista RAI, sceneggiatore e fumettista occasionale) e una schiera di musicisti davvero impressionante, da Toto Torquati a Alessandro Centofanti fino a Silvano Chimenti, prezioso chitarrista di casa RCA che aveva lavorato con i più grandi maestri dell’epoca e caratterizzato buona parte della produzione iniziale di Gianni Morandi. Su tutti va ricordato in già citato Antonio Coggio che compare come tastierista ma che è anche co-autore di tutte le canzoni e  produttore dell’album.
qpga_meQuesto piccolo grande amore era nato, nella testa di Baglioni e Coggio, come un doppio album (originariamente solo Piccolo grande amore, poi modificato per la coincidenza con un brano con lo stesso tittolo depositato da i Gens) e conteneva moltissime tracce rimaste fuori dalla registrazione definitiva, dopo che la casa discografica si impose al fine di ottenere un LP singolo.  C’era, per esempio, un brano che raccontava la vita in caserma, nel punto del racconto in cui il protagonista parte per il servizio militare e anche una che approfondiva le ragioni della manifestazione studentesca che apre la storia, intitolata Quanta strada da fare n.1. che verrà in parte ripresa, col testo completamente modificato, nell’album e tu… del 1974 e che era già apparsa nello sceneggiato televisivo Ipotesi sulla scomparsa di un fisico atomico (regia di Leandro Castellani) col titolo In viaggio e interpretata da un giovane Baglioni nei panni di un contestatore hippy. Nonostante questa epurazione delle tracce, Questo piccolo grande amore rimane un LP piuttosto lungo che supera i 53 minuti di durata, contro i 40 dello standard dell’epoca. Molte delle canzoni scartate sarebbero state poi recuperate nei dischi successivi di Baglioni oltre che far parte del remake dell’album uscito nel 2009 col titolo  Q.P.G.A. fortemente voluto dall’autore proprio allo scopo di  di reintegrare il numeroso materiale scartato, assieme ad alcuni brani inediti che recuperavano molte delle liriche originali mai pubblicate fino ad allora (*).
qpga_dentro2sIn anticipo sull’album la RCA fece uscire il 45 giri omonimo con la canzone Caro padrone sulla facciata B. Quest’ultima si rivelò presto come una delle tracce escluse dal master definitivo per l’LP e così il singolo venne repentinamente ritirato dal commercio e sostituito da un altro con lo stesso numero di catalogo in cui la facciata secondaria era stata rimpiazzata da Porta Portese. Il singolo, che arriverà in pochi giorni al primo posto della hit parade, contiene due versioni differenti dei due brani presenti sul 33 giri: Questo piccolo grande amore subì un addolcimento di censura nel testo (“la paura e la voglia di essere soli” al posto di “…essere nudi”, e “le scarpe bagnate” invece di “di cose proibite” mentre Porta Portese appare con una strofa in meno.
qpga_LPIl Long Playing ha uno svolgimento che prevede riprese delle stesse linee melodiche per brani differenti. Il tema dell’ouverture Piazza del Popolo, torna in Cartolina rosa; La prima volta riecheggia il ritornello di Una faccia pulita e Con tutto l’amore che posso è presente in due versioni, di cui l’ultima strumentale. Sulla cassetta messa in commercio in contemporanea, la versione cantata di quest’ultima è leggeremente più lunga grazie all’aggiunta, in fase di montaggio, di un secondo ritornello sul finale.
In Battibecco e Porta Portese compaiono intermezzi sullo stile degli stornellatori romani. Nella prima Baglioni duetta con Paola Massari, all’epoca sua fidanazata e in seguito moglie, nella seconda sono stati aggiunti rumori di folla, evocanti quelli del celebre mercato del titolo, e una breve parte recitata nella quale un commeciante vende al protagonista un paio di jeans usati. Un secondo duetto compare nel brano Che begli amici con, nella parte dei suddetti, i Cantori Moderni di Alessandroni.
Nonostante una vicenda dalla narrazione piuttosto ingenua, infarcita di modelli e condizioni al limite di un disimpegno catto-qualunquista, musicalmente il disco offre molti spunti di modernità dove, al netto dell’enorme lavoro fatto sulla canzone portante, ci sono arrangiamenti di grande prestigio: Che begli amici ha un gusto funky-soul guidato da una ritmica incalzante (Luciano Brigidi al basso e Massimo Buzzi alla batteria) su cui si appoggia un elegante riff di piano Rhodes (Toto Torquati); Cartolina Rosa ha un incedere vorticoso che, nella seconda parte, evoca la velocità del treno che porta in Nostro verso la caserma e, in generale si riscontrano momenti musicali di forte impatto, con gustosi inserimenti di jazz, folk e canzone melodica che hanno reso questo album uno dei più celebrati di sempre.
Questo piccolo grande amore è risultato il 9° album più venduto del 1973, dietro a Il nostro caro angelo e Il mio canto libero (Lucio Battisti), The Dark Side of The Moon (Pink Floyd), Dont Shoot Me… (Elton John), Pazza Idea (Patty Pravo), Dettagli (Ornella Vanoni), Parsifal (Pooh) e Sempre (Gabriella Ferri).

(*) il progetto Q.P.G.A. comprendeva, oltre al remake dell’album in versione arricchita (e con la partecipazione dello scibile della canzone italiana dell’epoca) anche un libro (Mondadori), un tour e un film intitolato Questo piccolo grande amore, scritto da Baglioni assieme a Ivan Cotroneo e diretto da Riccardo Donna, che segue la linea narrativa dell’omonimo disco. Il proposito originale prevedeva l’uscita del film qualche giorno prima di disco e libro (a San Valentino) ma la critica non fu molto generosa e questo inficiò anche l’accoglienza dell’album che non raggiunse mai le vette della classifica.