tritopLPEtichetta: Autoproduzione
Tracce: 4 – Durata: 47:44
Genere: Progressive
Sito: Facebook, Bandcamp, Instagram
Voto: 7/10

Nel nostro Paese c’è un sottobosco di strabilianti band (giovani e meno) dedite al verbo del rock progressivo. I laziali Tritop sono in questo ambito una piccola gemma di perfezione, che agisce rapportandosi al genere con serietà e rispetto.
Guidati dal batterista Ivo di Traglia, la band ha una formazione stabile (Pierfrancesco Di Pofi alle tastiere, Francesco Caponera alla chitarra, Jacopo Tuzi al basso e Mattia Fagiolo alla voce) a cui si aggiunge un nugolo di musicisti ospiti da far tremare le gambe che include Pietro Cornacchia, Simone Cozzetto, Andrea Ricci, Vincenzo Mancini, Emanuele Andolfi, Pasquale Ripa oltre al fratello di Ivo, Iacopo di Traglia che si occupa unicamente della parte lirica, scrivendo i testi di tutti i brani.
Rise of Kassandra è un album (Streaming, CD e LP) che rispetta tutte le regole del prog, con brani di lunga durata e attitudine letteraria, che svolazzano tra ispirazioni brit anni ’70 e innesti di hard rock, blues e musica classica. Le muse ispiratrici sono sempre molto evidenti ma mai ingombranti, si va da Gentle Giant a EL&P passando per King Crimson, Yes, VDGG e Genesis lasciando sempre uno spazio libero per l’inserimento di una linea personale davvero impressionante.
Il disco è prodotto in maniera ineccepibile, con una sapiente capacità di abbinare l’immensa dose di strumenti con le perfette linee melodiche di Fagiolo e non è strano che ad accorgersi di loro, ben prima degli italiani, siano stati giapponesi, inglesi, tedeschi e americani che hanno espresso attestati di stima davvero incoraggianti.
Il brano di apertura (Rise of Kassandra) mette all’istante le cose in chiaro: in poco più di tredici minuti si insinuano chitarre e mellotron che rincorrono armonie vocali perfette e una solida base ritmica a reggere il palco. Due pezzi di durata più contenuta anticipano il numero conclusivo, The Sacred Law of Retribution, una suite di oltre 23 minuti in cui i Tritop mostrano tutta la loro capacità creativa partendo da armonie vocali accapella intrecciate che sfociano in break ritmici per poi “crollare” su un riff di mellotron e una linea di chitarra portentosa che annuncia il tema principale che ritornerà più volte nel corso del brano.
Una cosa che manderà in sollucchero tutti gli appassionati del rock progressivo ma che non mancherà di incuriosire anche qualche neofita.