KAE_LPEtichetta: Fiction
Tracce: 12 – Durata: 44:54
Genere: Spoken, NuSoul, Conscious Rap
Sito: kaetempest.co.uk
Voto: 9/10

Rispetto ai lavori precedenti, in particolare The Book of Traps and Lessons del 2019, nel nuovo album è percepibile una sensibile differenza nella scelta delle sonorità. Proprio per questo The Line is a Curve, il primo in cui appare il nuovo nome Kae Tempest (conseguente alla dichiarazione di appartenenza al genere non-binario), è un lavoro molto intenso che ha, così come i precedenti, il punto di forza nella parte letteraria, con testi di eccellente confezione che in questa occasione vengono talvolta condivisi con una serie di contributi, nella miglior tradizione rap. Kevin Abstract, Lianne La Havas, Grian Chatten (Fontaines DC), ássia, Confucius MC appaiono in featuring a proprio perfetto agio nello sviluppo poetico di Tempest. La sua voce più da performer che da rapper, più teatro  che rock, stavolta si amalgama con quella di illustri colleghi e ne esce una combinazione panoramica ed efficace.
I Saw The Light rappresenta un’angoscia interiore, quella che Kae prova nell’ambizione di stare sul palcoscenico proprio mentre percepisce lo straniante disagio di salirci. La voce di Chatten si presta a una sorta di tragedia moderna dove le ansie della vita quotidiana si materializzano con immagini di porte (chiuse) e stanze buie e silenziose. Sotto si muove una trama elettronica, una sequenza analogica che sembra un vecchio Poly800 che ripete una linea melodica esile ma, per questo, inquietante e evocativa. No Prizes sceglie una base nu-soul, che accoglie il ritornello cantato soavemente da Lianne La Havas  impegnata a farci prendere respiro. Attorno Kae si inerpica in temi complessi, parla di guerra e di soldati, di imprese ardite e di visioni oniriche, quasi imparentate con l’Ingmar Bergman più riflessivo.
Anche quando Tempest riesce a cogliere le sfumature più leggere dell’esistenza (KAE_SMILEWater in The Rain o l’esorcizzante These Are The Days), lo fa con estrema consapevolezza, scarabocchiando inquietudini su fogli scritti in bella copia.
Realizzato col sodale Dan Carey (Geese, Fontaines DC, Goat Girl…) e la produzione esecutiva di nuovo affidata a Rick Rubin, The Line is a Curve mette in mostra due anime di Kae Tempest fin dalle immagini della copertina: una foto sfocata dell’artista in versione riflessiva sul front cover e una nitida e solare di un suo contagioso sorriso nell’interno.
Certo, partire dalle parole, in un disco come questo, è la condizione per comprenderlo in pieno (nella busta del disco sono stampati i testi completi, peccato solo non aver adottato la soluzione del disco precedente nel quale erano sicuramente più facilmente leggibili) ma l’operazione è ancora fortemente legata al mondo della musica, sicché gli arrangiamenti, le sonorità, la ricerca e il rigore con i quali sono confezionate le canzoni è incredibilmente funzionale e l’ascolto funziona in maniera stupefacente.
Su tutto, la voce magicamente aperta, cordiale e comunicativa di Kae assieme alla sua capacità di adeguarsi alle trame, alle melodie e ai ritmi, tradisce in più occasioni l’emozione necessaria a produrre un album come questo. Che poi è la stessa che ci viene restituita nell’ascoltarlo.