Etichetta: Fermo/Spento
Tracce: 11 – Durata: 49:39
Genere: Indie Rock
Voto: 7/10

La storia degli Alanjemaal l’avevamo imparata qualche tempo fa, in sede di recensione di quel primo album che rappresentava il loro rientro in scena attraverso un lavoro inciso nel 2001 e rimasto inedito fino al 2012.
Ma ora, con (Non ho) Niente da sognare, la band lombarda produce il vero album del rientro in scena, con un lavoro che tiene conto del passato senza necessariamente farci i  conti.

Si tratta di un album fondamentalmente rock, dove le urgenze giovanili vengono smussate da una maturità compositiva in pieno bollore.
L’album è una collezione molto interessante di brani duri e ruvidi, con le consuete divagazioni nei territori della ballad ma sempre con il pedale del distorsore acceso a riportare tutto sotto l’immortale cupola del rock che, attraverso un perfetto bilanciamento con la canzone d’autore di casa nostra, inventa una credibilissima via di mezzo tra il turgore degli Screaming Trees e la raffinatezza di Marco Parente
Fare un disco come questo, oggi, è concesso a pochi perché, per risultare credibili, serve un dose di convinzione davvero elevata e Alanjemaal sono sicuramente tra i pochi che possono permetterselo. Per la loro storia e per la loro capacità esecutiva ma, elemento non da sottovalutare, per la capacità di mettere sulla musica le parole più attendibili sia per chi le canta che per chi le ascolta.
Il lavoro di sala, affidato all’amico Fabio Magistrali, punta inequivocabilmente a lasciare alle canzoni quel “tiro” live che sicuramente ne valorizza l’origine e vedere un concerto della band è, di conseguenza, la cosa migliore da fare per poterli apprezzare nella dimensione loro più congeniale. Tenete d’occhio il sito per le date.

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