Etichetta: Columbia
Tracce: 10 – Durata: 40:18
Genere: Pop Rock
Sito: arcadefire.com
Voto: 8/10
Proseguendo per certi versi il percorso intrapreso col precedente Everything Now, Arcade Fire realizzano un album convincente e armonico che combina le derive pop-mainstream di quell’album con un livello compositivo più complesso e strutturato.
A differenza dei lavori precedenti, solitamente scritti e prodotti nei ritagli di tempo concessi da tour e promozioni incessanti, We gode di una percepibile cura dovuta alla dedizione minuziosa concessa dal fermo pandemico degli scorsi anni che ha consentito al gruppo di lavorare con maggiore calma ed equilibrio.
L’album si sviluppa fondamentalmente su quattro suite prodotte assieme a Nigel Godrich (il “sesto Radiohead”) che scandagliano tematiche care alla ditta Butler & Co. tra preoccupazioni per il Pianeta e le immagini disturbanti di un universo parallelo in cui convergono George Orwell, Aldous Huxley e Orson Welles.
Musicalmente c’è tutto l’universo dell’arcata infuocata, con gli angoli necessariamente smussati dalla accresciuta popolarità di una band bisognosa di consensi anche nelle Top 10. Così l’album scorre con estrema piacevolezza, abbinando melodie contagiose sempre molto ben congegnate a un eccellente gusto per la confezione. In tutti i pezzi, i “movimenti” delle suite, risultano musicalmente a sé stanti e solo in qualche occasione si collegano tra loro, diventando più che altro un pretesto per esprimere concetti che necessitano di maggior respiro agendo su metodi molto cari agli Arcade Fire liberi di esprimersi tra le molte passioni come il prog-rock, celebrato con il featuring di Peter Gabriel su Unconditional II (Race And Religion), la new wave di U2 e New Order che emerge in certe soluzioni ritmiche, assieme all’amore per il pop soul di David Bowie e Roxy Music, il pianismo enfatico di John Lennon e il pop sofisticato di Lana Del Rey.
We ha momenti talmente abbaglianti da riuscire a mettere in luce anche qualche (raro) momento poco riuscito, finendo col rendere l’album qualcosa di efficace e compiuto che probabilmente consentirà alla band di farsi perdonare anche da chi non era riuscito a digerire la deviazione glam-pop di Everything Now.